martedì 21 luglio 2009

Altre 7 missioni sulla Luna, poi la crisi.


Le missioni Apollo si succedettero, una dopo l’altra, ognuna riscuotendo un po’ meno interesse di quella precedente. Negli Stati Uniti molti cominciarono a protestare per i costi elevatissimi delle missioni. Altri settori della ricerca erano stati sacrificati per vincere la gara lunare, e ci si rendeva conto che puntare tanto su un unico cavallo stava rivelandosi sbagliato. Gli Usa stavano per sperimentare la crisi energetica e già i più avveduti insistevano che bisognava investire in nuove ricerche per affrancare il Paese dalla dipendenza dal petrolio medio orientale. Mentre l’economia entrava in crisi, il presidente Richard Nixon scelse dunque di tagliare le ultime tre missioni Apollo: ad atterrare sulla luna furono solo sette delle dieci missioni previste. Ma la lezione esaltante ed eroica del progetto Apollo è rimasta vivissima nella psiche americana, e oggi Barack Obama vorrebbe riportarla alla vita, per uno scopo diverso: mobilitare un simile serbatoio di ingegno e creatività per creare l’energia pulita del futuro, e salvare la Terra per le generazioni future. - il messaggero

141 miliardi di dollari: uno sforzo gigantesco


Quattrocentomila scienziati ed esperti di ogni genere, ventimila aziende e università, 141 miliardi di dollari: uno sforzo gigantesco, che culminò con le parole di Neil Armstrong, nel momento in cui pose il piede sulla polvere lunare, «un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità». Erano le 22 e 56 del 20 luglio 1969 (le 4,56 del 21 in Italia). Armstrong, che ha sempre rifiutato il ruolo di star e ancor oggi, a 78 anni, vive ritirato senza concedere interviste, ammise qualche giorno più tardi che quella frase semplice ma efficace non se l’era preparata: «Mi venne spontanea - ha sempre sostenuto - quando vidi l’impronta del mio scarpone sulla polvere».Cinquecento milioni di persone nel mondo seguirono in diretta tv le mosse degli esploratori spaziali. Altre 500 milioni le seguirono alla radio. Fu un momento magico, che premiò il popolo di scienziati che per otto anni avevano lavorato a ritmo serratissimo al progetto Apollo. «Dovevamo dimostrare al mondo che la democrazia era un sistema di governo più efficiente e affidabile dei sistemi centralizzati come quello sovietico», racconta oggi il fisico Bill Borucki, uno degli esperti che per anni si applicarono a risolvere il problema di far rientrare gli astronauti senza che si disintegrassero in una bolla di fuoco all’impatto con l’atmosfera terrestre. - il messaggero

L'impronta di Armstrong


L’ impronta di Armstrong, primo uomo sulla Luna, così come la sua frase "Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l'umanità", sono nella storia dell’umanità. Aldrin invece rimase impressionato dallo spettacolo di straordinaria desolazione e dalla sensazione di leggerezza. Rimasero oltre due ore a fare fotografie e raccogliere rocce da portare a Terra prima di rientrare nel LEM e ripartire per ritrovarsi con Collins sul Columbia. Il 24 luglio la navicella ammarò vicino alla Hawaii. L’impresa era stata portata a termine esattamente come dalle previsioni, grazie al lavoro di migliaia di persone. Per Nixon, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America, aver portato a compimento quello che era stato un sogno inizialmente voluto da John Kennedy significò anche una vittoria nel braccio di ferro con l’Unione Sovietica in clima di guerra fredda. Eppure, ancora oggi, non mancano i dubbiosi, quelli che pensano che, proprio per spuntarla con i sovietici, si sia trattato di una gigantesca messa in scena, una “bufala” colossale, realizzata su un set cinematografico. Nel qual caso tanto di cappello al regista. - Torino Scienze

lunedì 20 luglio 2009

L'AQUILA E' ATTERRATA

Alle 9.32 del 16 luglio 1969 si stacca dalla rampa di lancio 39-A l'Apollo 11. A bordo c'è il comandante Neil Armstrong (Gemini 8), Edwin Aldrin (Gemini 12) e Michael Collins (Gemini 10). Tutto procede regolarmente sotto gli occhi e gli obiettivi di più di 3000 giornalisti accorsi da tutte le parti. Dopo 102 ore e 43 minuti dal tempo zero del distacco dalla sala di controllo dello Space Center di Houston parte la comunicazione "Go for landing, siete autorizzati ad atterrare".
In Italia è la notte tra il 20 e il 21 luglio e a tenere svegli gli italiani c'è la voce di Tito Stagno che conduce la diretta da Roma e quella di Ruggero Orlando che segue l'evento da Houston.
Dopo un avvicinamento alla superficie non proprio tranquillo, tanto da correre il rischio di far finire l'Aquila (così si chiama il Modulo Lunare) contro un cratere, Neil Armstrong manovra abilmente il LEM e poco dopo pronuncia una delle frasi più famose di questa lunga cavalcata verso la Luna,
"Houston, qui base della Tranquillità, Aquila è atterrata".
Lo Space Center esplode di gioia. Alle 4.57 della mattina del 21 luglio Armstrong scende l'ultimo gradino della scaletta del Modulo Lunare e poggia il piede sul suolo, pronunciando la frase più famosa di tutte. Diciannove minuti dopo tocca a "Buzz" Aldrin compiere analogo tragitto.
Su di essi veglia, forse con un briciolo di invidia, Collins, nato 39 anni prima a Roma e adesso in orbita di parcheggio attorno alla Luna. Gli eroi ammarano il 24 luglio e dopo una quarantena di tre settimane si concedono alle celebrazioni. L'impresa del secolo è stata appena portata a termine. - torino scienze

La targa posta sulla Luna


Il modulo Apollo 11 portò sulla superficie due astronauti, dimostrando la possibilità umana di viaggiare fino alla Luna, eseguire attività di ricerca e ritornare con campioni di suolo lunare. I primi esseri umani atterrarono sulla Luna il 20 luglio 1969. Era l'apice della corsa allo spazio, la gara tra URSS e Stati Uniti d'America ispirata dalla guerra fredda. Il primo astronauta a camminare sulla superficie lunare fu lo statunitense Neil Armstrong, comandante dell'Apollo 11. L'ultimo sarebbe stato, poco più di tre anni più tardi, lo statunitense Eugene Cernan, durante la missione Apollo 17, il 14 dicembre 1972. L'equipaggio dell'Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco e lasciare informazioni sulla visita ad ogni altro essere, umano o meno, che la trovi. Sulla targa c'è scritto:
(EN)
« Here men from the Planet Earth first set foot upon the moon, July 1969, A.D.We came in peace for all mankind. »
(IT)
« Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 DCSiamo venuti in pace, per tutta l'umanità. »

Oggi 20 luglio l'allunaggio



Oggi è l'anniversario dell'allunaggio dell'Apollo 11, avvenuto il 20 luglio 1969. Per commemorare questa ricorrenza, Google ha realizzato una versione di Google Maps dedicata alla Luna, Google Moon, che mostra tutti i punti in cui le spedizioni americane hanno toccato il suolo lunare, da quella dell'Apollo 11 del '69 a quella dell'Apollo 17, nel 72. La mappa mostrata da Google Moon è stata fornita dalla NASA ed è attualmente limitata, in quanto mancano sia diversi mari e altri dettagli....

21 luglio 1969 alle ore 16.55 ore italiane


21 luglio 1969 alle ore 16.55 ore italiane, un uomo appoggia i piedi sulla superficie di un altro corpo celeste diverso dalla Terra “ è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità.” Così si espresse Neil Armstrong, astronauta Statunitense, appena sceso sul suolo lunare dal modulo lunare chiamato Eagle. Dopo poco anche Edwin Aldrin detto Buzz scende dalla scaletta del LEM. Il collegamento del memorabile evento è trasmesso a tutto il Mondo. Armstrong inquadrato dalla telecamera di Buzz Aldrin disse “…dedico questo esperimento a Galileo, nella mano destra ho una piuma, nella sinistra un martello ora li lascio cadere contemporaneamente”. Tutti i telespettatori del mondo da casa videro che sulla Luna i due corpi toccarono suolo nello stesso istante. I due astronauti trascorsero 21 ore sulla superficie lunare e dopo le loro storiche passeggiate sulla Luna , essi attraccarono con successo al Modulo di Comando “ Columbia” ove Michael Collins li attendeva pazientemente, orbitando attorno alla Luna. Complessivamente, in tutte le missioni Apollo, 12 astronauti hanno passeggiato sulla Luna, tra il 1969 e il 1972. Lo scopo politico della missione, cioè la supremazia americana a fronte di quella sovietica era stata raggiunta.