lunedì 20 luglio 2009

L'AQUILA E' ATTERRATA

Alle 9.32 del 16 luglio 1969 si stacca dalla rampa di lancio 39-A l'Apollo 11. A bordo c'è il comandante Neil Armstrong (Gemini 8), Edwin Aldrin (Gemini 12) e Michael Collins (Gemini 10). Tutto procede regolarmente sotto gli occhi e gli obiettivi di più di 3000 giornalisti accorsi da tutte le parti. Dopo 102 ore e 43 minuti dal tempo zero del distacco dalla sala di controllo dello Space Center di Houston parte la comunicazione "Go for landing, siete autorizzati ad atterrare".
In Italia è la notte tra il 20 e il 21 luglio e a tenere svegli gli italiani c'è la voce di Tito Stagno che conduce la diretta da Roma e quella di Ruggero Orlando che segue l'evento da Houston.
Dopo un avvicinamento alla superficie non proprio tranquillo, tanto da correre il rischio di far finire l'Aquila (così si chiama il Modulo Lunare) contro un cratere, Neil Armstrong manovra abilmente il LEM e poco dopo pronuncia una delle frasi più famose di questa lunga cavalcata verso la Luna,
"Houston, qui base della Tranquillità, Aquila è atterrata".
Lo Space Center esplode di gioia. Alle 4.57 della mattina del 21 luglio Armstrong scende l'ultimo gradino della scaletta del Modulo Lunare e poggia il piede sul suolo, pronunciando la frase più famosa di tutte. Diciannove minuti dopo tocca a "Buzz" Aldrin compiere analogo tragitto.
Su di essi veglia, forse con un briciolo di invidia, Collins, nato 39 anni prima a Roma e adesso in orbita di parcheggio attorno alla Luna. Gli eroi ammarano il 24 luglio e dopo una quarantena di tre settimane si concedono alle celebrazioni. L'impresa del secolo è stata appena portata a termine. - torino scienze

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